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MARION HOUSSIN

"Vengo da Ribemont-sur-Ancre, un paese di 700 anime nel nord della Francia, vicino Amiens. Lì ho trascorso i miei primi 23 anni, ho studiato arte e gestione d’impresa prima di trasferirmi a Lione e Parigi per lavorare nella comunicazione. Fatico a definirmi attraverso il mio luogo di nascita, penso siano soprattutto le nostre scelte a dire chi siamo: diventiamo noi stessi quando lasciamo il nostro luogo d’origine.
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Nel 2021 ho dato vita alla galleria d’arte grafica Garance & Marion, insieme a Garance Laporte. Collaboriamo solo con artigiani locali, cosa che per noi è un punto d’orgoglio e tratto distintivo. Da un anno incontriamo il pubblico realizzando mostre itineranti a Venezia e in Veneto, il prossimo obiettivo è l’apertura del nostro spazio in città.
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Dal 2010, data del mio primo viaggio a Venezia e colpo di fulmine con la città, ci sono tornata anno dopo anno, accarezzando il sogno di trasferirmi qui. Nel 2014 ho vissuto qui qualche mese e ho stretto delle amicizie. Alla fine del 2019, ho lasciato la Francia e mi sono spostata qui, inizialmente con uno stage all’Alliance Française. Appena prima dello scoppio della pandemia, ho incontrato Garance. È nata subito un’amicizia e, nelle nostre conversazioni, è preso emerso il nostro progetto: aprire una galleria atipica in città. Desideravo molto avvicinarmi a Venezia. Ero in un periodo difficile della vita, desideravo abbandonare tutto per ritrovarmi e questa era la città giusta. Qui mi sono sentita di nuovo viva e ho deciso di trovare un modo di rimanere qui e crearmi qui un futuro: la galleria, appunto.
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Penso di avere un bisogno viscerale di essere circondata di bellezza, non avrei potuto fare altra scelta che Venezia. Ho un rapporto di fusione, quasi passionale, con Venezia. A volte quando mi esaspera me ne allontano, ma mi manca. Chi sceglie di vivere qui prova spesso questa sensazione di intimità con la città. Lo diceva in modo molto poetico Luigi Groto, nel suo elogio a Venezia del 1570: “da quel desiderio di ritornare, che pesa su tutti quelli che la lasciano, lei prende il nome di Venezia, come a dire a chi se ne va, in una dolce preghiera: Veni etiam, torna ancora”.
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Mi colpisce di Venezia che puoi abitarci da sempre senza conoscerla completamente. C’è sempre una calle, un passaggio, una statua, una luce differente, Venezia si concede ma ci prende in giro. Pensiamo di conoscerla ma ci sbagliamo, ecco cosa la rende unica e magica. Amerei veder rivivere tutti i palazzi e gli immobili chiusi e abbandonati, vorrei riprendessero vita grazie a progetti culturali o sociali, vorrei che gli abitanti si riprendessero spazio, che la politica desse loro modo di farlo. C’è un’enormità di progetti da realizzare a Venezia, la città lo merita e noi glielo dobbiamo. "

GARANCE LAPORTE

" Sono nata e cresciuta a Pau, nel sud-ovest della Francia, tra i Pirenei, l’Oceano Atlantico e il confine con la Spagna. Ho vissuto anche a Bordeaux, in Inghilterra e a Parigi. Storica dell’arte, ho lavorato nel mondo dei musei istituzionali. Oggi sono cofondatrice con Marion Houssin della galleria Garance & Marion, uno spazio dedicato alle arti grafiche che presenta una selezione di opere in edizione limitata, numerate e firmate, a prezzi accessibili. Ci occupiamo di molte cose: cura e organizzazione delle mostre, contabilità, comunicazione, sviluppo della nostra azienda. Come imprenditrice, è un lavoro a 360° in cui si impara tutti giorni.

Ho scoperto Venezia quando avevo 5 anni e ci sono tornata da adolescente. È da piccola che ho iniziato a sognare l’Italia grazie all’insegnamento appassionato dei miei genitori, innamorati di questo Paese. Mi sono trasferita qui 6 anni fa, ho ottenuto uno stage a Palazzo Fortuny nel 2016 che è diventato un lavoro per 4 anni. Grazie a questa formazione ho potuto imparare molti mestieri che ancora oggi mi sono indispensabili per la galleria d’arte: inventario, conservazione, organizzazione di mostre, curatela, realizzazione di cataloghi.

 È difficile esprimere a parole una storia d›amore così forte. Perché sì: provo un vero amore per que - sta città. Non posso vivere senza Venezia; a volte devo lasciarla perché mi soffoca, mi infastidisce, ma dopo un giorno mi manca. È una città speciale che non ha eguali. La mia visione si è naturalmente evoluta da quando sono arrivata ma, nonostante le sue disfunzioni contemporanee, Venezia sembra più forte. I sentimenti sono amplificati; qui amo di più e piango più che altrove. Ho trovato un equilibrio perfetto; questa città mi calma nella mia vita sempre indaffarata e frenetica. Non riesco nemmeno a contare le storie degne di un film che sono accadute qui; non sono nemmeno più sicura che siano coincidenze, ma semplicemente ovvietà. 

Di Venezia amo la luce che si posa su ciascuno dei suoi elementi architettonici o naturali. È diversa ogni giorno. Mi piacerebbe vedere in questa città un turismo diverso e una Venezia più tranquilla in cui i veneziani autoctoni accolgono i veneziani di cuore senza disprezzo. Si dovrebbe restituire a Venezia il suo bene più grande: l’apertura internazionale. Ma non solo durante la Biennale, o alla Biennale. Che la sua cultura artistica, culinaria e artigianale sia veramente valorizzata, che la trasmissione e l’insegnamento siano un piacere e non un fardello. In questi anni ho sognato di intraprendere e valorizzare l’arte in modo diverso e più accessibile a Venezia; per questo mi è bastato incontrare una grande amica, Marion, che aveva la mia stessa voglia di fare e non solo di dire. È così che è nata la nostra galleria. "

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Grazie Linea d'acqua. 

Foto : Irene Gittarelli