Esterno-Notte, mostra di 3 architetti

In occasione della Biennale di Architettura, questa mostra collettiva riunisce tre dei nostri artisti-architetti attorno a un motivo tanto banale quanto inesauribile: la finestra. Punto di fuga, punto di vista, passaggio, soglia o cornice, la finestra incarna nella storia dell’arte un luogo di tensione tra interno ed esterno, reale e immaginario, protezione e apertura. Il titolo della mostra, Esterno-notte, richiama questa dualità: fa riferimento allo spazio esterno immerso nell’oscurità, a un mondo visto attraverso la cornice di una finestra, evocando al contempo uno sguardo cinematografico che si dispiega sia nell’architettura sia nelle arti visive. 

Questa riflessione sullo spazio, sullo sguardo e sulla narrazione si sviluppa attraverso le opere di tre artisti dalle pratiche molto diverse ma complementari. 

Da un lato, Emmanuel Di Giacomo immagina territori utopici in cui l’architettura diventa un linguaggio speculativo. Attraverso le sue composizioni, proietta città future pensate non come risposte ai bisogni attuali, ma come scenari alternativi a metà tra manifesto e finzione. Le sue finestre non si affacciano su paesaggi esistenti, ma su racconti del domani, dove l’urbanistica diventa una forma di narrazione prospettica. 

Federica Scalise esplora l’architettura e la materialità attraverso collage stratificati, combinando legno, carta ed elementi digitali. Nella sua serie in cinque pannelli, ogni cornice presenta una scena fluttuante in cui il racconto resta incerto, mescolando presenza e assenza. Come nel paradosso della nave di Teseo, in cui ogni parte viene sostituita fino a non restare nulla dell’originale, pur pretendendo di essere la stessa, le sue composizioni interrogano la continuità dell’identità attraverso la trasformazione. 

Infine, Paul Spriet propone una visione più intima della finestra. Attraverso una serie a inchiostro di china e acquerello, trasforma la finestra in un ritmo visivo e poetico. Con la ripetizione dei motivi e il sottile gioco di contrasti, le sue opere catturano quegli attimi sospesi in cui la luce interna perfora l’oscurità della sera. Le sue immagini delicate e silenziose evocano la memoria dei luoghi attraversati e la dolcezza dei paesaggi abitati. 

La mostra assume anche una dimensione cinematografica, ispirandosi al film di Alfred Hitchcock La finestra sul cortile (Rear Window, 1954). In questo film, la finestra diventa uno schermo, una cornice attraverso cui il protagonista (e lo spettatore) osserva, interpreta e fantastica. Scegliendo di proiettare il film nella galleria, nella nostra “finestra”, richiamiamo questa dinamica: il film è visibile sia dall’interno che dall’esterno, trasformando la strada in un set e il passante in un voyeur. 

La mostra si articola così attorno a questa doppia apertura, fisica e simbolica. Giocando sullo scivolamento tra lo sguardo architettonico e quello cinematografico, Esterno-notte diventa essa stessa una finestra aperta su altri mondi: tangibili o sognati, costruiti o immaginati.

Le opere della mostra !