Symphonie Urbaine, mostra di Lucio Schiavon

« Vedo la città come una polifonia di gesti, di silenzi, di voci che si incrociano senza
sempre comprendersi. Il disegno mi permette di rallentare questa cacofonia per
estrarne una musica interiore. »


Da diversi anni, la galleria accompagna con entusiasmo il lavoro di Lucio Schiavon,
artista veneziano la cui opera intreccia in modo singolare disegno e musica. Con
Sinfonia urbana, presentiamo per la prima volta un corpus denso, che unisce opere
già esposte a un importante insieme di disegni inediti. Questi lavori più o meno
recenti, sono tanti frammenti di una ricerca paziente intorno alla città.


Venezia, naturalmente, ne è il punto d’ancoraggio. Città natale di Lucio, lo lega,
secondo le sue parole, a filo doppio: un filo teso tra amore e contraddizione. Questo
filo si prolunga altrove. Tokyo, New York, Hong Kong,... Queste metropoli appaiono
nei suoi disegni come note su uno spartito vivente.


La mostra rivela una vera evoluzione del lavoro dell’artista, dai primi disegni, quasi
come un’ossatura di partitura, fino a composizioni più ampie, attraversate dal colore.
Il titolo della mostra riflette questo legame profondo con la composizione. Sinfonia
urbana risuona come un soffio jazzistico, segnato da rotture, improvvisazioni e
sincopi. Alcune opere ricordano materiali tessili, come fini ricami che Schiavon
intesse pazientemente per dare vita alle sue città.


In questo tessuto urbano, le prospettive si dispiegano tanto in verticale quanto in
orizzontale. A volte, piccole figure appaiono tra le pieghe del disegno: piccoli
personaggi discreti, quasi nascosti, come se attraversassero un pentagramma
musicale. Fluttuano nella città essendo testimoni anonimi di paesaggi interiori o
semplici abitanti immersi nel loro spazio urbano.
Nel cuore di questa cartografia poetica, l’acqua si impone come una presenza
costante. Attraversa le opere come un personaggio a sé stante. Genera una
risonanza diffusa e amplifica quella sensazione di spazio sospeso tipica dell’universo
di Schiavon.


Non a caso, Lucio Schiavon menziona La Notte di Antonioni tra le sue ispirazioni più
profonde, in risonanza con l’atmosfera sospesa dei suoi disegni. Quell’erranza
notturna in una città quasi muta trova un'eco profonda nei suoi disegni. Il tratto di
Schiavon ricorda il modo in cui Antonioni osserva la città: lento, sospeso, attento ai
silenzi e ai margini invisibili.

In questi paesaggi urbani, si incrociano grattacieli, riflessi liquidi, vibrazioni di linee
frantumate, semafori verdi di New York. Ogni immagine evoca una partitura intuitiva,
un equilibrio instabile tra colori saturi e neri profondi.


E in questa costruzione paziente si fa sentire una risonanza inattesa: quella di Guido
Cadorin, altro artista veneziano, nato nel 1892 e morto nel 1976. Senza che
Schiavon lo abbia davvero conosciuto, le loro opere sembrano dialogare nel tempo.
Si pensa a Piazzale Roma di Cadorin (1958), a quelle atmosfere immerse in una
luce torbida. Stessa vibrazione cromatica, stessa tensione tra riflesso e struttura. In
entrambi, la città diventa luce sospesa, diluita nell’acqua o nell’aria.
Con questa Sinfonia urbana, Lucio Schiavon ci invita a percorrere le sue città come
si entra in un brano jazz: con l’orecchio, con il passo, con l’intuizione. La città diventa
un tempo, e il disegno, una musica interiore.

 

La mostra è visibile dal 17 luglio all'1 ottobre, presso la Galleria Garance & Marion - Cannaregio 4590!